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Crostini di milza o crostini neriantipasto preparato con milza bovina, cipolla, vino bianco, acciughe, capperi, sale e pepe, spalmato su fette di pane casalingo tostato |
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BruschettaFette di pane toscano crogiolate alla brace, agliate e impepate, condite con poco sale ed olio vergine d’oliva. |
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Pappa con il pomodoroTagliare del pane a quadretti. Porre due spicchi di aglio nell’olio bollente per farlo insaporire, quindi toglierli prima che abbrustoliscano. Mettere i pezzettini di pane nell’olio, facendoli imbiondire mescolando e stando attenti che non brucino. Aggiungere del pomodoro, ½ bicchiere di acqua, del peperoncino e, rimestando di tanto in tanto, trattenere sul fuoco per circa 10 minuti. Se la pietanza si prosciuga troppo aggiungere un po’ d’acqua. Nel servirlo c’è chi spruzza di parmigiano. |
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PanzanellaTipico piatto toscano molto gustoso e semplice da preparare. Il pane bagnato con acqua, viene sbriciolato e condito con poco aceto, olio, sale, pepe; infine viene arricchito con pomodoro fresco, cipolla e basilico. |
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RibollitaE’ una zuppa ricotta in forno, quindi ricondita con altro olio crudo, arricchita con cipollotti freschi tagliati a fette sottili e insaporita con altro pepe. |
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PiciPasta preparata semplicemente con acqua, farina e poco sale, impastata piuttosto dura e tirata a mano fino a formare delle rozze cordicelle. |
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Pappardelle con la lepreLa lepre, spezzettata, dopo una lunga marinatura con gli odori in vino Chianti viene cotta in salmì, usando quale fondo di cottura la “coratella” tritata finemente. Si crea così un sugo denso, arricchito dalla polpa della lepre, con cui si condiscono le pappardelle, piuttosto larghe e ben tirate. |
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Formaggio pecorino di PienzaProdotto a partire da latte ottenuto da pascoli particolari come quelli delle Crete di Siena e della Val d’Orcia dove cresce un’infinità di erbe aromatiche quali l’assenzio il barbarecco e il mentasastro che conferiscono ai formaggi una spiccata identità viene proposto nelle versioni fresco, semi-stagionato, stagionato e speziato. |
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Bistecchine di maialeSi cucinano anche alla brace, in “risticciana”, ma la ricetta senese comune è quella di presentarle in un soffritto d’aglio, completate con salsa di pomodoro e vino rosso e insaporite con abbondanti semi di finocchio. |
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FegatelliFegato di suino, possibilmente giovane, tagliato a pezzi, avvolto nelle “rete” e profumato con semi di finocchio. Si sala e s’impepa, quindi si cucina nel tegame come le bistecchine di maiale oppure arrosto. |
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Tagliata ai ferriBistecca di manzo marinata in un trito di aglio e olio d’oliva, cotta ai ferri leggermente “al sangue”, tagliata a piccole fettine, rifinita con succo di limone e foglie di rucola. |
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Fagioli all’uccellettoCannellini cotti con salvia, aglio, olio e pomodoro. Tipico contorno, spesso arricchito con salsicce così da essere anche piatto unico |
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Una sezione speciale va dedicata ai vini del Senese, siamo infatti nella patria di alcuni dei piu’ famosi vini italiani, quale il Brunello di Montalcino e il Nobile di Montepulciano. Di seguito una piccola scheda con le caratteristiche di ogni vino. | |
Vino Nobile di Montepulciano D.O.C.G.Ottenuto da uve provenienti dai vitigni di Prugnolo gentile, Canaiolo Nero e Mammolo. Il colore è un rosso rubino con riflessi aranciati per l’invecchiamento. Il profumo è delicato, intenso, pronunciato in cui domina la mammola e il sapore è asciutto, amarognolo, armonico, leggermente tannico. Gradazione minima 12,5°. Tipologie: annata con invecchiamento 2 anni, riserva con invecchiamento minimo 3 anni. |
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Brunello di Montalcino D.O.C.G.Ottenuto da uve provenienti dal vitigno Sangiovese (“Brunello”, 100%). Il colore è un rosso rubino intenso tendente al granato. Odore: caratteristico e intenso; Sapore: asciutto, caldo, un po’ tannico, robusto armonico, persistente. Gradi 12,5. Immissione al consumo: dopo il 1° gennaio del sesto anno successivo (settimo per la “riserva”) a quello della vendemmia, con un affinamneto obbligatorio di almeno due anni in contenitori di rovere e di quattro mesi (sei per la “riserva”) in bottiglia. Abbinamento: arrosto e cacciagione. |
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Orcia D.O.C.Ottenuto da uve provenienti dal vitigno Sangiovese (min. 60%) oltre ad altre non aromatiche (max 10% a bacca bianca). Il colore è un rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento. Odore: vinoso, fruttato; Sapore: sapido, armonico. Gradi 12. Immissione al consumo: dopo il 1° marzo dell’anno successivo a quello della vendemmia. |
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Vin Santo di Montepulciano DOCOttenuto da uve provenienti dai vitigni di trebbiano e malvasia viene vinificato a partire da grappoli appassiti su stuoie o in “penzane” (quindi appesi). Passa poi parecchi mesi in piccole botti in legno dette caratelli, secondo la tradizione lasciate “sottotetto” a subire escursioni termiche delle diverse stagioni.Può essere messo in commercio dopo tre o quattro anni (è il caso della riserva) dalla vendemmia. |
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Frantoi con tecniche di lavoro alla “vecchia maniera” mostrano l’arte di ottenere il famoso Olio Extra Vergine di Oliva. L’olio da tavola ha, a seconda del tipo di oliva e di zona di coltivazione, un sapore fruttato: di erba appena tagliata, di mela, di carciofo o di mandorla. La raccolta dei frutti avviene manualmente in modo di poter scegliere oliva per oliva per garantire un buon olio, mentre una corretta spremitura, senza foglie, evita il sapore amarognolo. Con la spremitura a freddo, cioè la macinatura delle olive a temperatura ambiente (15°-20°) si ricava un olio ad acidita’ inferiore rispetto al tradizionale. |